La manifestazione è iniziata alle 8,30 con la celebrazione della Santa messa nella chiesa di San Lorenzo in piazza Masaccio. Alle ore 9,15 la delegazione si è spostata al cimitero comunale per deporre una corona d’alloro al sacrario dei caduti e, a seguire, alle ore 9,45, una corona è stata deposta al monumento ai caduti nel Lungarno Don Minzoni, nel giardino Pineta.
Hanno partecipato alla cerimonia il sindaco di San Giovanni Valdarno Valentina Vadi, il presidente del consiglio comunale Lorenzo Martellini, la compagnia Carabinieri di San Giovanni Valdarno, la Guardia di Finanza di San Giovanni Valdarno, l’Anpi associazione nazionale partigiani d’Italia, l’associazione nazionale Bersaglieri sezione San Giovanni Valdarno, l’associazione nazionale Carabinieri sezione San Giovanni Valdarno, l’associazione nazionale Finanzieri sezione San Giovanni Valdarno e l’associazione nazionale Mutilati e invalidi di guerra sezione San Giovanni Valdarno.
L'intervento tenuto stamani dal sindaco Valentina Vadi
"Autorità militari e civili, istituzioni, associazioni combattentistiche, cittadini.
Saluto voi tutti e vi ringrazio per aver preso parte a questa celebrazione del 4 di Novembre, la Festa della Unità Nazionale e la Giornata delle Forze Armate, che il Comune di San Giovanni Valdarno, da tanti anni, ricorda con una commemorazione ufficiale.
Commemoriamo con il 4 Novembre, la fine del primo conflitto mondiale ed il raggiungimento della Unità nazionale, con la riconquista di Trento e Trieste, avvenute dopo una guerra dolorosa e tragica che costò tante vite umane al nostro paese.
Insieme, celebriamo le Forze Armate che quotidianamente prestano un importante servizio nel nostro territorio, testimonianza di una dedizione, di una professionalità, di una umanità e di un impegno verso il quale indirizziamo la nostra sincera riconoscenza. In ogni momento critico, costituiscono un baluardo e un punto di riferimento, nelle nostre città a tutela e a difesa della sicurezza pubblica e della salute pubblica. La recente vicenda dell’ex Hotel River è un esempio chiaro ed evidente di questo ruolo e della collaborazione proficua e costruttiva con il Comune nell’esclusivo interesse pubblico. A loro, qui presenti, come primo cittadino di questa comunità, esprimo il mio ringraziamento e la mia profonda gratitudine.
Ringrazio anche tutte le associazioni combattentistiche presenti per l’azione sociale che svolgono nel nostro Comune con proposte, progetti che hanno lo scopo di promuovere ideali di onestà, lealtà, rispetto della legge, sentimenti di collaborazione, concordia, cooperazione nel tessuto cittadino, oltre che di tenere viva la memoria del nostro passato e delle figure eroiche che lo hanno popolato. Penso alla Associazione Nazionale Carabinieri, all’importante lavoro svolto con la realizzazione del busto dedicato al Generale Carlo Alberto dalla Chiesa nella omonima piazza della nostra città e alle celebrazioni che da tre anni vengono organizzate ogni 3 Settembre per commemorare la morte del Generale; ma penso anche alla Associazione Nazionale Bersaglieri sezione Piero Sansoni di San Giovanni Valdarno che ha apposto un busto in via Borsi e ha riqualificato complessivamente questa area di San Giovanni Valdarno che collega Viale Diaz al Centro Storico. In ultimo, ma non meno importante, penso ad Anpi Valdarno con cui ogni anno organizziamo, nel mese di Febbraio, una iniziativa importante per ricordare la partenza dei volontari per la guerra di liberazione nel Febbraio del 1945.
Approfitto di questa occasione ufficiale per rinnovare i miei ringraziamenti anche a voi per lo spirito di collaborazione che mostrate costantemente nei riguardi della Amministrazione Comunale e della nostra Comunità cittadina.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella a Trieste, qualche anno fa, in occasione dei cento anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale, sottolineò: “Bisogna ribadire con forza tutti insieme che alla strada della guerra si preferisce coltivare amicizia e collaborazione, che hanno trovato la più alta espressione nella storica scelta di condividere il futuro nella Unione Europea. Lo scoppio della guerra nel 1914 sancì, in misura fallimentare, l’incapacità delle classi dirigenti europee di allora di comporre aspirazioni e interessi in modo pacifico, anziché cedere alle lusinghe di un nazionalismo aggressivo”.
La Costituzione italiana, nata dalla Resistenza e dalla Lotta di Liberazione, ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie, privilegia la pace, la collaborazione internazionale, il rispetto dei diritti umani e delle minoranze.
Ognuno di noi, nella vita quotidiana, può fare molto per concorrere a mantenere la pace. Abbiamo noi tutti il dovere morale di difendere e tutelare le istituzioni democratiche, di raccontare e di non disperdere la memoria di quanto di feroce è accaduto nel nostro paese e in Europa ottanta anni fa, di rendere le giovani generazioni coscienti e consapevoli dell’orrore prodotto dalla guerra, dall’odio razziale e religioso, dalla prepotenza e dalla violenza, mantenendo una ‘attenzione vigile’ rispetto a quel periodo oscuro del nostro passato, e rispetto a quanto sta accadendo di simile, ancora, nel presente. Tanto più questo è un dovere e un obbligo di chi ricopre incarichi istituzionali, a tutti i livelli delle Istituzioni italiane, che devono dare ed essere di esempio per i cittadini.
Anche in una comunità piccola come la nostra, è compito importante creare e determinare le condizioni per una convivenza pacifica e collaborativa, di aiuto reciproco e di supporto verso i più deboli, di attenzione alle sofferenze individuali, di costruzione di un tessuto urbano coeso e sereno nel quale vivere, un luogo accogliente e rispettoso della molteplicità delle idee e della diversità che si dispiegano nella dialettica del confronto civile e democratico.
Ma in questo le istituzioni non sono da sole: esiste un ricco tessuto associativo a San Giovanni Valdarno, esistono istituzioni scolastiche, reti educative di ispirazioni cattolica e laica, associazioni di volontariato, circoli ricreativi che quotidianamente sono impegnati in questa opera – faticosa ma bellissima – di costruzione della comunità. Più spesso in difetto, rispetto a questo compito ‘costruttivo’, sono le forze politiche che, chiuse nella propria autoreferenzialità di parte, fanno fatica a trovare un punto di incontro, un momento di sintesi collaborativa, preferendo continuare agonisticamente a puntare sugli elementi di rottura piuttosto che su quelli di unità.
In questo giorno, che commemora l’Unità Nazionale e le Forze Armate, ringraziandovi per la vostra partecipazione, rivolgo un invito a tutti noi all’impegno per tutelare e far crescere la nostra comunità, insieme, in armonia, in pace, facendo ognuno di noi, con passione ed umiltà, il nostro dovere quotidiano".